IL GIOCOLIERE ovvero ETOLOGIA DEL GRUCCIONE
Gruccione, Toscana.
Gruccione Merops apiaster, Toscana. Canon EOS-1D MarkII, ob. Canon 300mm f4.0 con duplicatore Canon 2X.
15 luglio 2007, 08.18.22, ISO 250, priorità dei diaframmi, AV f8.0, TV 1/640, misurazione media ponderata, compensazione -1/3, AIservo AF. Post-produzione con Photoshop CS2.

Questa primavera, girovagando in un angolo periferico del Chianti senese, ho scoperto, del tutto casualmente, il sito di nidificazione di una cospicua colonia di gruccioni.
E’ un posto tranquillo ma non lontano dalle attività umane, un tipico lembo di campagna toscana, dove vigne e uliveti si alternano a zone boscose, e dove fattorie e strade carreggiabili sono davvero ovunque.
Stimolato dalla bellezza del luogo e dalla presenza di favorevoli condizioni per un appostamento a bassissimo impatto, ci sono tornato più volte, con calma, per fotografare e guardare quei bellissimi uccelli.
E’ stata l’occasione perfetta per ottenere magnifici scatti e per osservare da vicino e documentare alcuni loro comportamenti, che definirei molto particolari.
Sapevo già, per averlo letto, che questi uccelli, grandi cacciatori d’insetti volanti, sono soliti battere e strofinare le loro prede sul posatoio, prima d’ingoiarle, per liberarle, sembra, dai pungiglioni e dalle sacche velenifere, ma vederlo fare, sistematicamente, direi furiosamente, è tutta un’altra cosa. Fin qui niente di nuovo, la sorpresa invece è stata scoprire nei “miei” gruccioni attitudini… “circensi”, e osservare vere, strabilianti prestazioni da giocolieri.
Giunti sul ramo con la preda, infatti, alcuni individui si sono esibiti, ripetutamente, in una sorta di gioco di abilità, lanciando in aria l’insetto ormai ben morto e riprendendolo più e più volte, con rapidissimi movimenti della testa e del becco. Una sorta di “palleggio” acrobatico e velocissimo che lascia l’osservatore esterrefatto, un trucco per ammorbidire le prede e poi deglutirle con più agio.
Le possibilità offerte dalle nuove tecnologie fotografiche digitali mi hanno permesso di cogliere il momento in cui il gruccione, appena lanciato in alto l’insetto, gonfia il petto e spalanca il becco per riprenderlo e lanciarlo di nuovo.
Ulteriore meraviglia mi è poi venuta nel constatare che quasi mai il gioco si conclude con la deglutizione della preda. Quasi sempre invece il gruccione s’invola portandola con sé, ma a volte, direi spesso, durante il gioco d’abilità, l’insetto gli sfugge, cadendo ai piedi del posatoio, nel mio caso un piccolo albero secco. Nessun problema, i gruccioni non si danno pena di raccogliere il cibo perduto durante i loro equilibrismi: guardano perplessi in basso, per un attimo, poi prendono il volo, in cerca forse di una nuova vittima da catturare.
Questo mi ha fatto pensare, ma è una mia idea, assolutamente non scientifica, solo un’impressione, una fantasia, che tutto sia soltanto un gioco, che questi uccelli meravigliosi, vivendo in serena abbondanza di cibo, si concedano l’ineffabile gioia dello spreco…

Può darsi che le mie semplici osservazioni da etologo dilettante facciano sorridere gli esperti e di questo, a loro, chiedo scusa, ma la soddisfazione di aver potuto documentare fotograficamente e quindi condividere un comportamento così particolare, per me è stata tanta. Così tanta che ho perfino deciso di andare a controllare quanti mai insetti fossero caduti ai gruccioni giocolieri. Bene, sotto al piccolo albero ho trovato una specie di cimitero, un campo di battaglia, una piccola distesa di carcasse sbrindellate e scomposte. Questi uccellini sono davvero dei grandi sterminatori - mi sono detto - predatori crudeli che giocano con i cadaveri delle loro vittime e poi li abbandonano con sprezzo sul terreno… strani esseri, così eleganti e colorati, così leggiadri e così feroci.


I GIOCOLIERI