KOKERBOOM TREES?
Alberi faretra, Namibia 1999.
Alberi faretra Aloe dichotoma, Namibia, agosto 1999. Canon EOS3, ob. Canon 17-35mm f2.8, Fuji Velvia 50, Scanner Nikon 4000 dpi.

Sto leggendo un interessantissimo saggio di Claudio Marra, docente di Storia della Fotografia al DAMS di Bologna, che consiglio vivamente a tutti gli appassionati di fotografia.
Leggendolo, l’affermazione di Mirzoeff, secondo cui “La capacità di alterare digitalmente una foto ha distrutto la condizione di base della fotografia, che qualcosa cioè debba trovarsi di fronte alla lente quando avviene lo scatto”, e quella di Costa che dichiara che “con la fotografia digitale l’illusione analogica è eliminata del tutto, il rimando a una realtà qualunque si fa non essenziale, il ça a eté di Barthes viene meno per sempre”, mi danno lo spunto per domandarmi se questi rari alberi faretra che vedete esistano davvero o siano soltanto una raffinata creazione digitale…
Barthes diceva che il noema, il tratto inimitabile, della fotografia, è che essa testimonia che qualcuno ha visto il referente (anche se si tratta di oggetti) “in carne e ossa”, o anche “in persona”, e dunque essa produce una folgorante capacità di certificazione e di autenticazione di tutto l’esistente. Quindi adesso tutto questo è crollato? E quegli alberi, così ben rappresentati, potrebbero essere solo una finzione?
Claudio Marra affronta la tematica con argomentazioni lucide e documentate e si mostra contrario alla totale svalutazione della filosofia dell’analogico rispetto a quella del digitale, portando al centro delle suo saggio un assunto sorprendente, secondo il quale la filosofia fotografica non sarebbe affatto cambiata e non abbiamo assistito a nessun epocale passaggio da fotografia a postfotografia. Egli infatti dichiara, in affascinante controtendenza, che il passaggio dall’analogico al digitale non ha rappresentato alcuna svolta epocale, perché esso non ha cambiato nella sostanza, un bel nulla!
Personalmente, a questo proposito, ho sempre pensato che al noema di Barthes vada affiancata la frase in cui Umberto Eco afferma che la fotografia, "testimone che qualcosa c'era a impressionar la lastra (...) tuttavia genera sempre il sospetto che quel qualcosa non ci fosse".
Insomma, sono d'accordo con Marra, la rivoluzione digitale non esiste perché il volto della fotografia era doppio anche in epoca analogica e il digitale non ha che confermato quel che già sapevamo.
Ah ah! Dunque allora potete fidarvi, quegli alberi faretra esistono? Pare di sì, io li ho visti e ho indirizzato verso di loro le lenti dei mio sistema fotografico, analogico o digitale che fosse… Però, se volete conferme e certezze, fatevi un viaggio in Namibia e andate a controllare!


Claudio Marra
L’immagine infedele
La falsa rivoluzione della fotografia digitale
Bruno Mondadori Editore

Umberto Eco
Sugli specchi
Bompiani Editore

Roland Barthes
La camera chiara
Einaudi Editore

 
Alberi faretra, Namibia 1999.
Alberi faretra Aloe dichotoma, Namibia, agosto 1999. Canon EOS3, ob. Canon 17-35mm f2.8, Fuji Velvia 50, Scanner Nikon 4000 dpi.